Piano
di Recupero Aree Centrali di Fusignano [RA] /Laboratorio 1 (1989)
Laboratorio di Recupero Aree Centrali 2, Fusignano [RA] (2003)
Nel 1989 a Fusignano inizia un
lungo percorso di progettazione partecipata, tuttora in corso, che ha
visto il succedersi di due Laboratori (il primo nel 1990; il secondo
nel 2003) e la realizzazione di un insieme di interventi architettonici
correlati. L’obiettivo iniziale era la redazione di un piano di
riqualificazione urbana che non fosse un mero strumento specialistico
- per addetti ai lavori - ma un momento di riappropriazione collettiva
della storia fisica della città. Due piani di recupero contigui
sono lo strumento per ridisegnare completamente il centro di Fusignano.
Una serie di cortili chiusi - veri e propri retri - viene riconvertita
in una sequenza di spazi pubblici di qualità. E’ un sistema
“diffuso” di attrezzature - biblioteca, auditorium e museo
- e housing sociale che oltre a dotare la città di un invidiabile
patrimonio di luoghi per la cultura rappresenta la spina dorsale di
un più ampio rinnovamento dell’organismo urbano. I tre
poli di questo centro culturale “diffuso” sono: l’ampliamento
della biblioteca civica (realizzato per primo) il cui portico connette
la piazza principale intitolata ad Arcangelo Corelli che qui nacque
nel 1653, con la nuova; l’ex-teatro riconvertito in auditorium;
la parte sette/ottocentesca dell’ex-ospedale realizzato restaurata
come museo e spazio espositivo. Il recente rifacimento di Piazza Corelli
(2003) in occasione delle celebrazioni per il 350° anniversario
della nascita e il recupero dell’ex-ospizio Giovannardi del 1901,
hanno completato il piano.
Piano di Recupero
Aree Centrali di Fusignano [RA]/Laboratorio 1 (1989)
per il Comune: Michele Cipriani; collaboratori: Anna Bovoli, Gabriella
Marranci, Tiziana Muccinelli, Alessandro Quartieri, Angela Tampieri;
Cesare Ballardini (comunicazione)
Laboratorio di Recupero Aree Centrali 2, Fusignano [RA] (2003)
per il Comune: Michele Cipriani; collaboratori: Barbara Conficconi,
Michela Durante, Massimo Sanzani
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