Auditorium e sala da musica nella ex-Cavallerizza e nel Corpus Domini a Cremona

2006-2009

Il “Parco dei Monasteri” a Cremona prevede tre sale per la musica sinfonica e cameristica tutte realizzate in complessi vincolati contigui: l’ex- cavallerizza ottocentesca diviene auditorium da 600 posti con palco da 120 elementi, sala prove e annessi; l’ex-chiesa del Corpus Domini, sala per la cameristica da 192 posti e annessi; la vicina ex-chiesa di San Benedetto una seconda sala da 140 posti con sala-prove e annessi.

La metodologia d’intervento è affine: restauro filologico dell’edificio storico e inserimento di un oggetto ligneo a configurazione variabile, reversibile, figurativamente autonomo, fortemente connotato dagli elementi di correzione acustica che ne fanno una “cassa armonica”: uno strumento musicale “totale” che coinvolge esecutori e spettatori in un’unica esperienza musicale.

In omaggio alla tradizione liutaia cremonese, il nuovo oggetto cita la cassa armonica di un violino e si inserisce all’interno della cavallerizza come una “scatola cinese”, scavando l’attuale piano di calpestio per una profondità di 4 metri: i primi 2 utili alla sala e i 2 ulteriori - sotterranei - destinati all’apparato impiantistico. L’abbassamento del piano ha due obiettivi correlati: realizza uno spazio acusticamente ottimale e, in secondo luogo, sfruttando la differenza di quota esistente tra l’attuale piano della cavallerizza e la contigua via Carnevali, consente di realizzare, alle spalle del palco, in forma ipogea, nel giardino antistante la facciata sud, un’area autonoma riservata agli artisti.Contiene camerini, cameroni, servizi alla sala e sala prove/registrazione di forma e prestazioni acustiche analoghe al palco. La superficie lorda totale del complesso delle sale è pari 4.425 mq complessivi. Il verde pubblico previsto è pari a 3.958 mq. Il costo è valutato in 13,4 milioni di €.

 

Il recupero dell’ex-chiesa del Corpus Domini come sala per la cameristica segue una metodologia analoga: da un lato riscoprire la storia di un manufatto architettonico estremamente stratificato, dall’altro minimizzare gli interventi irreversibili nell’ottica di aggiungere un nuovo strato consapevole e calibrato. L’intervento prevede il restauro dell’involucro murario e della copertura a doppia capriata del 1849 e la realizzazione di una struttura lignea reversibile, staccata dalle pareti perimetrali: una “cassa armonica” delimitata sui due lati corti dalla “camera acustica” del palco e dalla parete di chiusura della platea, entrambe concave, e da un controsoffitto ligneo con pannelli di correzione acustica sospesi alla struttura metallica di consolidamento delle capriate.

La campagna di saggi stratigrafici ha individuato le diverse fasi quattrocentesche di trasformazione del complesso - da palazzo a monastero - volute da Bianca Maria Visconti e ancora leggibili attraverso presenze architettoniche o lacerti di decorazioni; il progetto è divenuto così anche una rilettura della storia delle trasformazioni che questo spazio ha subito nel tempo. In primo luogo riprende l’impianto originario della chiesa che in quanto parte di un complesso monastico di clausura, vedeva la divisione della sala in due parti: una esterna aperta al pubblico e una interna riservata alla clausura. Questa divisione, ancora riscontrabile nel 1786, è stata confermata dai saggi che hanno messo in luce la fondazione del muro di separazione. La posizione del muro è leggibile anche sulle murature in elevato in quanto si presenta come una fascia non decorata larga circa 60 cm che separa gli apparati decorativi della chiesa interna - più semplici - da quelli esterni che comprendevano un ciclo pittorico figurativo. Questa traccia è stata scelta come l’area ove realizzare la separazione tra foyer e auditorium in forma di diaframma vetrato per mantenere la percezione degli altri elementi costitutivi dello spazio che rappresentano le successive fasi di trasformazione: la serie cadenzata di capriate doppie asimmetriche realizzate a seguito dell’incendio del 1849 quando l’ex-chiesa era già stata ridotta a magazzino e la altrettanto ritmica sequenza di sei finestroni del 1879-80.

Credits

Progetto: Lamberto Rossi Associati; Marco Tarabella (responsabile progetto)

 

Collaboratori: Josè Bove, Alberto Cattaneo, Gabriele Corbetta

© 2020 Lamberto Rossi Associati, via Telesio 17, 20145, Milano (MI), Italy - Diritti Riservati

Sito web creato da Giulia Margherita Bernardi (giuliam.bernardi@gmail.com)

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