Città dell’Arte e della Musica di Lecce, Concorso Internazionale

2010

La riconversione delle cave in città della musica coniuga la nuova funzione con la ristrutturazione dell’adiacente stazione ferroviaria in terminal urbano “passante” tra Lecce e il territorio. L’obiettivo è rilegare le due parti di città separate dal fascio dei binari facendo della musica il biglietto da visita al Salento. E’ un “ponte” tra centro storico e “Cupa”, la grande depressione carsica divenuta nel tempo un anfiteatro verdeggiante privilegiato per le condizioni climatiche: un giacimento ambientale tutto da scoprire alle porte di Lecce. Interpreta il fenomeno estrattivo e la sua secolare complementarietà con il costruire non come una ferita al paesaggio bensì come paesaggio stesso, territorio in divenire, in cui l’intervento antropico si incrocia con un processo di naturalizzazione quasi spontaneo che genera nuovi “luoghi” e peculiari condizioni microclimatiche. Individua i concetti-guida di “bordo” e “fondo-cava” con una visione unitaria delle tre cave; limita l’edificabilità in elevazione definendo una nuova “quota zero” concentrata sul bordo meridionale inteso come “scogliera” ri-antropizzata/naturalizzata mentre salvaguarda quello settentrionale caratterizzato dal taglio verticale nel banco di “pietra leccese” come paesaggio a “spacco di cava”; allestisce poi una trama di connessioni - ponti sospesi, attraversamenti, aree per spettacoli all’aperto - che consente una fruizione unitaria pur nel rispetto delle peculiarità di ciascun ambiente. La modellazione del nuovo suolo ha una quota privilegiata - 46,00 m - dove opera per addizioni e sottrazioni. Gli oggetti collocati nella scogliera risultano così formati da tre strati: una crosta superiore “a tetto-giardino” che ripropone l’escursione stagionale di un metro della linea di terra della campagna salentina e da cui emergono volumi puri che segnalano i luoghi più rappresentativi sottostanti; un piano “pubblico” principale a quota 42,00 - la piazza - su cui affacciano gli ingressi principali e che collega tutti gli elementi ai sottopassi della stazione; un piano dedicato ai “musicisti” - la macchina - con spazi aperti e altri di uso esclusivo a quota 38,00; un piano inferiore, delimitato dal fondo-cava, a quota 34,00 - la stiva - che ospita le funzioni di supporto.

L’intervento sposa un’idea totalizzante di sostenibilità basata sull’integrazione impianto-edificio-ambiente con riduzione dei consumi energetici e minimizzazione del consumo di acqua. La generazione di energia termica è affidata a pompe di calore aria-acqua. L’energia frigorifera è prodotta con refrigeratori aria-acqua e per la ventilazione naturale si utilizza la torre segnaletica dei collegamenti verticali, unica emergenza della “scogliera” come “torre del vento” che, grazie alla differenza di pressione tra la superficie investita dalla corrente d’aria e quelle “riparate” ipogee, consente di far circolare aria esterna integrata da un raffrescamento adiabatico con uso di acqua nebulizzata e recupero termodinamico del calore.

Credits

In ATI: Lamberto Rossi Associati (Capogruppo), Miglietta Associati. Ingegneri e Architetti, Manens-TiFS S.p.A, Proges Engineering S.a.S. di Imbrenda Pierfrancesco & C., Arch. Sabina Lenoci, Arch. Gabriele Corbetta

 

Collaboratori: Arch. Alfredo Caraccio, Arch. Lorenzo Caddeo, Arch. Valeria Crasto

© 2020 Lamberto Rossi Associati, via Telesio 17, 20145, Milano (MI), Italy - Diritti Riservati

Sito web creato da Giulia Margherita Bernardi (giuliam.bernardi@gmail.com)

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